Biologia, epidemiologia

  • Stoccaggio e fonti di inoculo

La Guignardia bidwellii può essere conservata su bacche mummificate (pinze non raccolte, rimaste attaccate al graticcio, o cadute a terra), viticci, foglie infette cadute a terra e su cancri presenti sui tralci di vite, sotto forma di concettacoli indifferenziati che evolvono nei periteci durante l'inverno e la primavera (figure da 1 a 3).

I picnidi possono talvolta essere una forma di conservazione invernale (Figure 4 e 5). Ricorda che il sollevamento in primavera può portare sulla superficie del terreno bacche mummificate sepolte durante l'aratura autunnale e quindi sollevare un potenziale inoculo. Aggiungiamo che le viti abbandonate permettono a G. bidwellii di moltiplicarsi e di conservarsi; mantengono permanentemente un potenziale inoculo in prossimità degli appezzamenti coltivati.

 

  • Penetrazione delle piante e invasione dell'ospite

In primavera l'aumento della temperatura, associato ad elevata umidità, induce la produzione di ascospore che si proiettano per diversi mesi dai periteci maturi; questi inquinano le viti, in particolare le foglie e gli acini giovani, e sono responsabili di contaminazioni primarie. Vengono espulsi dal peritecio dopo una pioggia di almeno 0,3 mm e il processo può continuare fino a 8 ore dopo l'arresto della precipitazione. Le spore vengono quindi esposte al vento che può trasportarle per lunghe distanze alle piante circostanti.

Germinano in presenza di acqua libera o elevata umidità relativa per diverse ore, se le temperature sono sufficientemente elevate. Le infezioni si verificano in presenza di umidità, in 6 ore a 27°C, in 24 ore a 10°C e in 12 ore a 32°C. Il tubo germinale dà origine a un micelio che perfora direttamente la cuticola, penetra e invade il tessuto fogliare. I primi sintomi compaiono dopo una decina di giorni in estate, da 20 a 30 giorni in primavera.

 

  • Sporulazione e disseminazione del fungo

Successivamente, sui tessuti alterati compaiono delle fossette dal marrone al nero, sono i picnidi che si formano gradualmente (Figure 6 e 7). Contengono conidi (figura 8) che assicureranno contaminazioni secondarie soprattutto sugli acini giovani posti sotto. G. bidwellii produce anche altre strutture globulari, ma più piccole: gli spermogoni. Questi formano conidi o spermatozoi a forma di bastoncino che rivelano alcune difficoltà di germinazione e il cui ruolo epidemiologico non è chiaramente definito. Si noti che nuove contaminazioni potrebbero essere avviate da ascospore o conidi. I contorni dei periteci si formerebbero piuttosto a fine stagione dai picnidi già formati e vuoti.

Le ascospore sono trasportate dal vento su lunghe distanze. I conidi si disperdono in maniera più limitata in occasione delle piogge e degli schizzi generati da questa.

 

  • Fattori che influenzano lo sviluppo del fungo  

La durata del periodo di incubazione dipende sia dalla temperatura che dall'età del tessuto al momento dell'infezione. Il clima influenza particolarmente lo sviluppo di G. bidwellii , ed in particolare le piogge frequenti e persistenti.

Questi condizionano anche la maturazione dei periteci, la proiezione delle ascospore, la disseminazione dei conidi, e la loro germinazione. È per questo motivo che il marciume nero è grave nelle regioni temperate umide, e meno attivo o addirittura assente nelle aree mediterranee più aride. Aggiungiamo che G. bidwellii si sviluppa in un intervallo di temperatura che va da 9°C ad un massimo di 32°C, il suo ottimale è intorno ai 26°C.

Il fogliame della vite è ricettivo a G. bidwellii dalla comparsa delle prime foglie (stadio D) fino a pochi giorni dopo la fioritura (stadio Y). La gravità del danno fogliare aumenta dalla fase di non diffusione alla foglia della fila 5. Quando la crescita della pianta si ferma, non si osserva alcun attacco tranne che sulla ricrescita. Le foglie giovani in fase di crescita sono più sensibili delle foglie adulte. La resistenza legata all'età dell'organo si instaura più rapidamente nella stagione calda ed ha l'effetto di ridurre la sensibilità al patogeno ed in particolare di allungare il tempo di incubazione.

Il grappolo è molto vulnerabile dalla fase di fioritura fino alla fase di chiusura del grappolo; successivamente la sua sensibilità diminuisce gradualmente fino all'invaiatura. Si noti che nessuna infezione sarebbe possibile prima della caduta dei cappelli floreali; la massima sensibilità sarebbe raggiunta entro due o tre settimane da questa fase. Aggiungiamo che i sintomi ottenuti da contaminazioni artificiali, da ascospore o picniospore, sono identici in condizioni favorevoli di temperatura e umidità.

Diversi vitigni sono molto sensibili a G. bidwellii : Aligoté, Garignan, Colombard, Cinsaut, Folle blanche, Gamay, Grenache, Merlot blanc, Mondeuse, Muscadelle, Muscadet, Négrette, Piquepoul, Poulsard, Sauvignon, Sémillon, Syrah, Ugni blanc. Altri vitigni sono meno sensibili al fungo, sono: Cabernet Sauvignon, Jurançon blanc, Malbec, Marsanne, Portoghese blu, Roussanne e Tannat. Infine, alcuni vitigni sono poco ricettivi alla malattia, come Chasselas e Clairette.

  • Sinottico dello sviluppo di G. bidwellii   (figura 10)
Ultima modifica07/06/21
guignardia6b
FIG1
blackrot_perithece
FIG2
Black-rot_VIGNE20
FIG3
Guignardia42
FIG4
Black-rot_VIGNE24
FIG5
Guignardia29
FIG6
Black-rot_VIGNE26
FIG7
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FIG8
cycle_guignardia
FIG9
Synoptique_du_Black_rot_
FIG10